La seconda sessione di prove libere è andata in archivio lasciando indicazioni contrastanti per la Ferrari. Se da un lato la SF-25 ha mostrato segnali di progresso rispetto alle FP1, dall’altro persistono limiti strutturali – soprattutto a livello aerodinamico – che hanno impedito alla Rossa di competere sul giro secco con i migliori. Analizzando la telemetria nel confronto tra Leclerc e Piastri, emergono aspetti interessanti in ciascun settore del tracciato.
S1 – Ingresso promettente, ma rotazione ancora da ottimizzare
Nel primo settore, in particolare in curva 1, si notano miglioramenti rispetto alle FP1: Leclerc riesce a ridurre significativamente l’intensità della frenata, segno che la fiducia in inserimento è aumentata. Tuttavia, permane una certa difficoltà in rotazione, con la Ferrari che manifesta ancora sottosterzo, costringendo Charles ad allungare la fase di frenata rispetto a Piastri. In uscita di curva, si avverte un leggero sovrasterzo, che segnala una vettura ancora nervosa nei cambi di direzione.

S2 – Curva 4 incoraggiante, ma T7-T8 evidenziano il deficit aerodinamico
Un deciso passo avanti si registra in curva 4 (Repsol), dove Leclerc riesce a frenare più tardi e in maniera meno aggressiva, mantenendo una traiettoria pulita e una buona trazione in uscita. Questo suggerisce un miglior bilanciamento alle medie velocità e una distribuzione dei carichi più efficace.
Il quadro cambia tra curva 7 e 8, una delle sezioni più impegnative per la stabilità del retrotreno. Qui, Leclerc appare leggermente più aggressivo nel rilascio dell’acceleratore, ma è la vettura a tradirlo: la SF-25 risulta instabile e poco precisa nei rapidi cambi di direzione. La telemetria mostra come la McLaren riesca a mantenere una traiettoria più fluida e con maggiore velocità in percorrenza, segno evidente di un vantaggio in termini di carico aerodinamico e di piattaforma aeromeccanica più stabile.
S3 – Ottima meccanica in T10 e T12, ma curva 14 rimane il tallone d’Achille
Nel settore finale, la Ferrari mostra un comportamento decisamente più positivo in curva 10 e curva 12. In questi tratti lenti, in cui prevale il grip meccanico, Leclerc riesce a sfruttare bene la trazione e l’aderenza dell’asse posteriore. Il sottosterzo, rispetto alla FP1, è molto più limitato, e la stabilità in inserimento è cresciuta. Questo conferma che la vettura ha beneficiato di un lavoro di messa a punto efficace sulle basse velocità.
Tuttavia, la curva 14 rappresenta ancora un punto critico. La SF-25, in percorrenza, mostra un’evidente mancanza di carico che obbliga Leclerc a rallentare di più rispetto a Piastri. Il posteriore non genera abbastanza aderenza per permettere una traiettoria aggressiva, e questo influisce sia sul tempo sul giro sia sulla fiducia del pilota in inserimento.