La McLaren conferma la sua supremazia già mostrata nelle FP3, ottenendo una doppietta nelle qualifiche che dimostra l’eccellente bilanciamento e l’elevata efficienza aerodinamica della MCL39. Nonostante l’introduzione della DT018, pensata per limitare alcuni concetti aerodinamici estremi, le gerarchie non sono cambiate. Infatti, la monoposto di Woking continua a eccellere in ogni settore del tracciato. Di seguito, analizziamo nel dettaglio la telemetria che mette a confronto Oscar Piastri e Lewis Hamilton.
Settore 1 | McLaren dominante nel primo tratto
In curva 1, Hamilton ritarda leggermente il rilascio dell’acceleratore, mantenendo una buona velocità in inserimento. Questo indica fiducia nell’anteriore e un setup meccanico favorevole durante l’ingresso.
Passando alla curva 2, Piastri anticipa la riapertura del gas con maggior incisività. Ciò evidenzia una trazione più immediata e una maggiore stabilità in appoggio.
Invece, in curva 3, la Ferrari soffre particolarmente. Hamilton perde oltre 7 km/h rispetto a Piastri, segno che la SF-25 è in balia totale rispetto alla MCL39.

Settore 2 | Ferrari al limite, McLaren più reattiva
In curva 4, Hamilton rilascia l’acceleratore più tardi e mantiene il freno per più tempo. Tuttavia, riesce a capitalizzare una buona uscita grazie a una trazione migliore.
In curva 5, i due piloti frenano in modo simile. Però, Hamilton arriva leggermente più lungo, costringendosi a un compromesso nella fase centrale.
La sequenza curva 7-8 mette in luce la rapidità della McLaren nei cambi di direzione. La MCL39 si dimostra reattiva e precisa, mentre Hamilton soffre un anteriore meno incisivo. Inoltre, ripete uno schema ormai noto: lift ritardato e frenata prolungata.
In curva 9, Hamilton paga 5 km/h in velocità minima. Entrambi adottano un lift parziale di circa il 10%, ma la McLaren mantiene maggiore stabilità.
Settore 3 | McLaren più stabile, Ferrari si difende
In curva 10, Hamilton stacca più tardi nel tentativo di guadagnare tempo in ingresso, che paga nel delta generale.
La transizione curva 11-12 è critica. Hamilton è costretto ad allargare la traiettoria, mentre Piastri resta sui binari. In uscita dalla 12, però, Hamilton riesce a contenere il distacco frenando meno e ottimizzando la trazione portando circa 5km/h in più rispetto al australiano.
In curva 13, la differenza è minima: solo 1 km/h a favore della McLaren. Entrambi gestiscono bene la percorrenza, ma l’uscita premia l’australiano.
Infine, in curva 14, emerge nettamente il divario aerodinamico. Piastri affronta la curva quasi in pieno, con un lift ridottissimo del 5% per pochi metri. Al contrario, Hamilton è costretto a un lift più marcato, circa il 20%, e prolungato, indice di una SF-25 meno stabile e carente in termini di downforce.
La McLaren dimostra un pacchetto estremamente competitivo, capace di combinare agilità, stabilità e carico aerodinamico lungo tutto il giro. Il gap tecnico strutturale tra le vetture resta evidente.