Ormai lo sappiamo: Verstappen non è uno che le manda a dire, dentro e fuori dalla pista. Il pilota della Red Bull ha tracciato un bilancio del suo approccio comunicativo e mentale in una lunga intervista concessa alla testata olandese Formule1.nl.
Non di rado hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Max, che da sempre ha un rapporto di amore e odio coi media.
“È sempre importante dire cosa va bene e cosa va male, indipendentemente da come vada un weekend sportivamente. Lo faccio di più ora rispetto a prima, è logico”, ha esordito.
“Gradualmente impari a conoscere più persone, conosci meglio la squadra, sai chi è responsabile di cosa, accumuli più esperienza e comprendi anche molto meglio cosa fa la macchina e cosa può essere aggiustato. Questo è in realtà un processo naturale. E, naturalmente, devi anche capirne qualcosa”.
“Si tratta principalmente di essere chiari l’uno con l’altro. Parlare di ciò che è andato bene e ciò che non è andato, cosa deve essere adattato e cosa no”.
“Dico sempre che se qualcosa va bene, allora va detta. Ma se ne deve parlare anche se va male. Ciò vale certamente anche per me stesso. Se faccio qualcosa di male, va assolutamente detto.”
Verstappen sulle critiche dei media
“Se ascolto le critiche? Se sono fondate, certamente sì! Se qualcuno spara solo qualcosa a caso, beh, ovviamente non mi è utile. Ma non me ne importa neanche. Non mi serve a nulla”.
“E molte cose che vengono scritte mi scivolano addosso. Mio padre legge tutto. Quindi, se ho bisogno di sapere qualcosa, glielo chiedo o me lo dice lui. Inoltre, non seguo molto della Formula 1 nei media. Non mi interessa.”
Lapidario, poi, il commento sulla politica interna ed esterna che governa il Circus: “C’è moltissima politica. Sempre. Ma io non ne ho bisogno”.









