Dopo il penultimo fine settimana dell’anno, arriva come di consueto il fantastico format delle pagelle! Saranno valutate le prestazioni dei 22 piloti in pista sul circuito di Lusail.
Il migliore del weekend, ovviamente, è Leonardo Fornaroli. Ancora una volta davanti a tutti, non si prende rischi non necessari e fa ciò che serve per portarsi a casa il titolo con qualche giorno di anticipo.

Scarta in anticipo il regalo di Natale anche Victor Martins. Dopo una stagione complicatissima, il francese riesce a portarsi a casa la prima vittoria stagionale con una prova di forza incredibile.
Disastro totale, invece, per Crawford e Browning, che già dalla qualifica hanno potuto dire addio al sogno mondiale. Non sono le uniche sorprese che questo weekend ci ha riservato: ecco allora le pagelle Formula 2 Qatar!
La pagella del campione
Leonardo Fornaroli, 10. Corona una stagione incredibile battendo anche la matematica e portandosi a casa il titolo con un round di anticipo. In qualifica vola, ma deve inchinarsi ad un Goethe in versione Sebastian Vettel. Non si prende rischi nella Sprint e nemmeno domenica, in cui cede il passo al solo Martins. Se si vuole cercare il pelo nell’uovo, avrebbe dovuto vincere la Feature Race, e inoltre è arrivato fuori dai primi cinque per la prima volta in quattordici gare. Ma alla fine, cosa gli si può dire? Nulla, solo applausi. Vincere Formula 3 e Formula 2 per due anni consecutivi, entrambi da debuttante, è un’impresa riservata solo ai veri campioni. Continua così Leo, sei l’orgoglio di una nazione intera.

I voti dei weekend della Top 5
Jak Crawford, 4. Era il più vicino all’italiano prima di questo fine settimana. Venerdì non si capisce cosa sia successo di preciso perché si è totalmente eclissato ed è stato costretto a partire 15°. Evidentemente il passo c’era, vista la rimonta di sabato fino alla zona punti, che per poco non ritrova anche domenica. Però, ragazzo mio, se a Baku avevi dato segnali di speranza, qui sei crollato come il Titanic. Che per uno che si chiama Jak è particolarmente ironico.
Richard Verschoor, 8. Per lui era ben difficile sperare di rimandare la festa, perciò se ne infischia e fa il suo weekend. Parte dalla pole e stravince la Sprint Race, abbandonando Durksen dopo due giri. Buono il recupero fino alla sesta piazza nella gara lunga. Ora punta a terminare al meglio la sua carriera in F2, giunta al suo quinto e ultimo anno. Alla luce di ciò, forse, ci si sarebbe aspettato che potesse lottare fino all’ultimo.

Luke Browning, 3. Una concatenazione di eventi catastrofici da far rabbrividire. Primo su tutti, il 18° posto in qualifica. Ma dico io, 18° su 22. Fortunatamente dietro di lui facevano un altro sport. Sabato riesce a superare solo Lindblad, un altro che non doveva essere lì. Nella Feature Race, prima delle soste dei primi, era finito in P20. Ha fatto fatica a superare Bennett in pista. Finisce clamorosamente a punti grazie alla strategia invertita, ma è stato un disastro dietro l’altro per tutto il fine settimana.
Alex Dunne, 9. Arriva a Lusail dicendo di non aver niente da perdere. Già dopo la Sprint era praticamente fuori dai giochi per la matematica. Nonostante ciò, porta a casa forse il suo weekend più lineare dell’anno. Quinto venerdì, quinto sabato, terzo domenica. Una prova brillante, oscurata dalla luce accecante della stella Fornaroli. Se resta in questa categoria, comunque, l’anno prossimo avrà una chance enorme per riprovarci.
Pagelle Formula 2 Qatar: la zona medio-alta
Arvid Lindblad, 5. Fare peggio di Browning era particolarmente difficile e ci stava riuscendo comunque. 17° in qualifica e penultimo nella Sprint, davanti al solo triciclo di marca Trident. E poi, la mano di Helmut Marko dal cielo gli ha parzialmente salvato il weekend. Sabotano la macchina di Goethe, che gli permette di entrare ai box e finire 4° invece che disperso nel deserto. Gli è andata parecchio bene.
Dino Beganovic, 7. Già la scorsa stagione, al debutto assoluto, volava su questo tracciato. Quest’anno un po’ meno, ma ci si è messo di mezzo anche il fato. In qualifica Shields gli si è piantato davanti e lo svedese non ha potuto migliorare il proprio giro, partendo sempre in P11. Poi ottiene due noni posti, ma con modalità differenti. Quello della Feature Race, dopo aver condotto la gara con la strategia invertita e con una grossa possibilità di vincere prima della Safety Car, ha un sapore amarissimo.

Victor Martins, 9.5. La sua è una rivincita con il mondo. Già al venerdì fa un miracolo e mette la sua ART dietro al duo fulmineo Goethe-Fornaroli. Domenica sfrutta la penalità del tedesco, e per la prima volta in trentasette gare parte bene e si instaura al comando della corsa. Non scappa mai via, ma mantiene sempre il distacco necessario per tornare a vincere dopo più di un anno intero. Bravo ragazzo.
Sebastian Montoya, 9. Anche il suo weekend è passato clamorosamente sotto traccia. Era sparito completamente da Spa in poi, ma a Lusail il figlio d’arte si è finalmente ritrovato. Sesto al venerdì, ai piedi del podio sabato e chiude in Top 5 anche domenica. Sembra essere tornata a brillare la stella colombiana.
I voti del centro gruppo
Roman Stanek, 7.5. Un’altra qualifica formidabile per il ceco, appena dietro a Fornaroli. Nella Feature Race, ancora ancora, dopo il pit stop lo superavano anche i sassi, ma ha terminato comunque a punti. Strategia ai limiti dell’evoluto, invece, nella Sprint Race. Lascia una comodissima P7 per mettere le soft, farsi bloccare in pit lane da chiunque, finire dietro a tutti e terminare 13°. Fortunatamente, in teoria, questa giocata degna di Ferrari nel 2023 non dovrebbe costare il titolo a Invicta.
Joshua Durksen, 7.5. Weekend a due facce quello del paraguaiano. Arranca e non poco nel secondo stint della Feature Race, in cui lo svernicia chiunque. Sabato, invece, sfrutta benissimo la partenza dalla prima fila per portarsi a casa un altro meritato podio. Inutile ribadire ormai che AIX corre con un solo pilota.

Gabriele Minì, 4.5. Tanta, tantissima fatica. Lontano dalle posizioni importanti ormai da troppo tempo, tolto l’acuto di Baku. Serve trovare costanza e risultati promettenti, soprattutto perché l’anno scorso si giocava il mondiale con chi l’ha vinto di nuovo davanti ai suoi occhi. Mentre lui non è riuscito a stare al passo. Dai Gabri, prima o poi tornerai lì davanti anche tu. Nel frattempo, qualcuno prenoti uno psicologo a Rizzica, grazie.
Rafael Villagomez, 9. Dal nulla, completamente a caso, tira fuori un weekend da incorniciare. Spettacolare giro in qualifica, con cui si aggiudica la terza posizione per la gara a griglia invertita. Tsolov ancora un po’ lo spedisce tra le dune, e il messicano giustamente replica alla stessa maniera, prendendosi un podio meritatissimo. Non riesce ad andare a punti di nuovo domenica, ma finalmente è arrivata una prestazione convincente.
Il weekend degli ultimi in classifica
Ritomo Miyata, 4. Solita storia ormai, come spesso accade si trova nelle retrovie. Nella monotonia della Sprint, è uno dei tanti a non effettuare nemmeno un sorpasso. Poi, povero ragazzo, viene appiedato per l’ennesima volta dalla sua ART, e esattamente come a Spielberg parcheggia all’ingresso dei box. Tanti problemi, poche soluzioni.
Kush Maini, 3.5. Ha vinto a Monaco, poi si è letteralmente eclissato da qualsiasi tipo di lotta possibile, anche per le posizioni più basse. Non si sa come ma è riuscito a finire persino dietro a Shields in qualifica. Lo hanno inquadrato solo quando sabato si è piantato in mezzo alla pista dopo la sosta ai box. Per il resto, come da programma, del tutto evanescente.

Oliver Goethe, 10. Una leggenda vivente, l’uomo del Qatar, lo sceicco delle qualifiche, il faro nel deserto petrolifero. Per generazioni si parlerà dell’innata rapidità sul giro secco di questo ragazzo sul tracciato più noioso per le gare di Formula 2. Gli dei del Motorsport, temendo di venir spodestati, hanno fatto ricorso al loro fedele servo Helmut e gli hanno spento la macchina. Dalla gloria eterna a un doppio zero. C’è troppa poca giustizia in questo mondo.
John Bennett, 5. Dopo le lezioni e uno studio approfondito, ha colto la piena essenza e ha fatto suo il cosiddetto “metodo Martins”: qualificati bene, poi parti in retromarcia. Perde un quantitativo spropositato di posizioni nei primi giri, tanto che si trova a lottare persino con Browning. Recupera poi con passo e strategie, ma avrebbe potuto raccogliere decisamente di più.
Cian Shields, 3.5. Se cercate sul dizionario, trovate il suo nome alla voce “incommentabile” tra i sinonimi. Non ci sono parole, se mai ci sono state, per descrivere le sue prestazioni. Sfata il mito dell’ultima casella in griglia, il che fa già notizia. Poi si gira totalmente da solo sabato e finisce a 40s dalla vettura più vicina nella Feature Race. Un classico.
Pagelle Formula 2 Qatar: i debuttanti
Nikola Tsolov, 8.5. Settimo in qualifica su una pista che aveva visto forse una volta al simulatore. Termina settimo anche domenica. Nella Sprint parte a tuono e rischia di passare anche Durksen per la P2. Poi in ripartenza perde l’attimo, difende molto duramente su Villagomez che gli restituisce il favore. Occhio a questo ragazzo che l’anno prossimo fa i buchi.

Martinius Stenshorne, 7.5. Dopo le sfortune dell’Azerbaijan, porta a casa i primi punti in carriera in Formula 2. Tra l’altro finisce 7° nella Sprint, solo due posizioni dietro al suo compagno ben più esperto. Non replica nella Feature Race, ma anche lui sarà da tenere d’occhio per il 2026.
Laurens Van Hoepen – James Wharton, 4. Hanno fatto coppia fissa per tutto il weekend. Va anche detto che quella Trident è veramente un abominio su quattro ruote. Per non farsi mancare nulla, l’olandese spedisce in ghiaia il compagno nella Sprint. Non esattamente un debutto brillante.









