Anche per la Formula 2 ritornano le pagelle! Come sempre, nel corso dell’articolo saranno valutati tutti i 22 piloti in griglia. Verranno considerate le prestazioni delle qualifiche, della Sprint Race e della Feature Race.
Chi è riuscito a capitalizzare di più in questo fine settimana britannico è sicuramente Jak Crawford, vincitore della gara lunga della domenica. Diversi altri piloti della zone alta della classifica, inoltre, hanno ricucito il gap dal leader della classifica Richard Verschoor.
Il più deluso di tutti è certamente Gabriele Minì, che porta a casa un doppio zero, mentre il duo del team Campos non ha rispettato del tutto le aspettative. Ecco dunque le pagelle della F2 al termine del weekend di Silverstone.
I voti dei top in classifica
Richard Verschoor, 6.5. Mantiene la leadership del campionato per soli sei punti. Porta a casa tre P7, qualifica compresa. Non è certamente un weekend da buttare, perché ogni punto può essere cruciale. Da un pilota al quinto anno (e primo in campionato) ci si aspetta però ben altro.
Jak Crawford, 9.5. A secco di punti nei primi due weekend, da lì in poi però lo statunitense ha inanellato prestazioni fantastiche. Ottima qualifica, Sprint Race tranquilla e partenza fulminea domenica che di fatto gli consegna una meritata vittoria. Occhio a questo ragazzo, che ora punta al colpo grosso.
Alexander Dunne, 8.5. Mostra ancora una volta una velocità disarmante nel giro secco (anche se stavolta viene battuto). Domenica non può nulla contro Crawford. Sabato però non gli gira molto bene: mentre lotta con Minì, fora la posteriore destra ed è costretto al ritiro. Per sua fortuna si trattava solo della Sprint.

Leonardo Fornaroli, 8.5. Signore e signori, ce l’ha fatta. Sale sul gradino più alto del podio dopo ben 4 anni. C’è da dire che in qualifica non è stato brillante, ma il controsorpasso a Maini per riprendersi la testa della corsa cancella (in parte) le difficoltà. Intelligente e attento nella Feature Race. Bravo Leo.
Luke Browning, 8.5. Il voto è un mix tra una qualifica triste, una Sprint arrembante e una Feature Race monumentale. Scatta dalla P12 in entrambe le gare e recupera qualche posizione sabato (poi penalizzato). Domenica pareva che l’asfalto di Silverstone per lui fosse asciutto. Passo gara incredibile e sorpassi folli, conditi da un meritatissimo podio.
Pagelle F2 Silverstone: gli inseguitori
Arvid Lindblad, 6. In Austria era completamente scomparso, a Silverstone viene inquadrato più volte del leader. Sempre nel pieno di battaglie e lotte, ma non riesce a ottenere più di 4 punti domenica, partito 11° in entrambe le gare. Dai Arvid, guarda il lato positivo, quantomeno sei tornato davanti.
Sebastian Montoya, 9. Il ragazzo si è svegliato un po’ tardi rispetto agli altri. Però, che pilota. Ancora una volta 5° in qualifica (con il compagno disperso), così come nella Feature Race (mai inquadrato, per giunta). Secondo in rimonta nella gara corta, dopo aver fatto a pugni con Stanek e Maini. Bravissimo, che talento.
Pepe Martì, 6. Le sue partenze di recente ricordano quelle di Fernando Alonso degli anni d’oro. Ha recuperato letteralmente 10 posizioni in due giri in entrambe le gare. Peccato che si sia fermato lì, conquistando solo due punticini in tutto il weekend. Se magari non fossi partito 19°, caro Pepe, forse avresti potuto ambire a qualcosa di più.
Victor Martins, 6. Il tema ormai è sempre quello. Pole position fantastica, nulla da dire sul giro secco. Parte a centro gruppo con la griglia invertita e non riesce ad andare oltre alla P8. Va detto anche che, povero, prende sberle a destra e a manca da chiunque. Senza considerare il ritiro per l’ala rotta – che resta ancora un mistero – riesce nell’impresa di partire sei giorni lavorativi dopo gli altri. Dalla P1.
Dino Beganovic, 7.5. Finalmente un weekend positivo e abbastanza lineare. 8° in qualifica, per giunta davanti al compagno di squadra. Ha la ghiotta occasione di tornare sul podio ma no, preferisce stallare e avviarsi dalla pitlane. Domenica mattina invece sembrava che guidasse sulle nuvole. Zero errori, guida pulita e P4 al traguardo. Bravo.
I voti del weekend del centro gruppo
Roman Stanek, 7.5. È in stato di grazia, in forma smagliante da un po’ di tempo. 4° in qualifica e 3° nella Sprint dopo una lotta continua con Montoya e Maini. Sarebbe potuto essere un fine settimana da 9 pieno. E invece decide di mettere le slick con la pista ancora bagnata, commette un errore e si ritira. Un vero peccato, ma va sottolineato di nuovo il suo ottimo rendimento recente.
Kush Maini, 6.5. Finalmente una qualifica in Top 10, che lo porta a lottare prima per la vittoria e poi per il podio nella gara di sabato. Perde entrambe le lotte, comunque. Svanisce nel nulla nella Feature Race, mantenendo lo standard del weekend austriaco. Nonostante ciò, ha mostrato sprazzi di velocità.
Joshua Durksen, 7. Continua il trend positivo del paraguaiano, 6° in qualifica e 5° nella Sprint al fotofinish con Crawford. Butta alle ortiche un 4° posto dorato domenica girandosi in ripartenza e piantandosi in rettilineo. Errore da matita blu in mezzo ad un ottimo weekend.
Gabriele Minì, 4.5. No, non ci siamo. 16° in qualifica, troppo indietro. Possiamo stare a discutere per giorni se la penalità nel contatto con Dunne fosse corretta (Rizzica ha le idee ben chiare). Sbaglia anche la scelta delle gomme domenica, centra Goethe in uscita e si ritira. Male, molto male.
Oliver Goethe, 5. Meno anonimo di settimana scorsa, si accoda al trenino per la P8 nella Sprint senza mai attaccare. Inquadrato domenica solo perché colpito da Minì. 11° al traguardo in entrambe le occasioni, ma servono più costanza e più ritmo.
Rafael Villagomez, 5.5. Gli esperti stanno ancora cercando di capire com’è possibile che, ogni volta che c’è un problema per qualcuno davanti, lui arrivi in Top 10. Tolto il punticino nella Feature Race, è sempre nella zona bassa della classifica.
Pagelle F2: gli ultimi in classifica
Ritomo Miyata, 4. Ancora una volta, la sua ART non riesce nemmeno ad avviarsi. Questa volta in qualifica. Parte ovviamente in fondo, ma non riesce minimamente a rimontare. Ok, non ha girato molto neanche nelle libere, ma evidentemente non aveva ritmo.
Amaury Cordeel, 3.5. Ritorna agli standard degli ultimi 5 anni dopo l’illuminazione improvvisa di Spielberg. A inizio qualifica, tuttavia, ci si era illusi che potesse cambiare qualcosa, visto il 5° miglior tempo momentaneo. Invece lascia nuovamente il segno (a suo modo) girandosi da solo all’uscita della Vale. Signore e signori, il buon vecchio Cordeel è tornato.
Sami Meguetounif – Max Esterson, 4.5. Prima volta in stagione in cui le due Trident sfornano una prestazione simile. Qualifica al di sopra delle aspettative a monopolizzare la settima fila. Non poteva mancare, ovviamente, l’errore settimanale. Lo statunitense riesce incredibilmente ad arrivare ultimo nella Sprint Race. Il francese, invece, raccoglie l’eredità di Grosjean e si gira da solo sotto Safety Car. Poteva andare peggio, dai.
Cian Shields, 4. I tifosi nelle tribune si sono accorti della sua presenza solo quando Durksen si è girato e hanno visto una vettura con la stessa livrea. Non riesce in alcun modo a stare al passo degli altri. Non parte ultimo solo perché Miyata non è uscito dai box ed è stato cancellato il miglior giro di Cordeel. Rimane un mistero come Aston Martin gli abbia fatto testare la AMR23 a Monza qualche settimana fa.
John Bennett, 4.5. Torna alle prestazioni ordinarie e anonime del resto della stagione. Mai inquadrato, sempre a centro gruppo e poco passo. Nel weekend di casa ci si sarebbe aspettato qualcosina di più.