Per l’ultima volta quest’anno, arriva il format più atteso del weekend: le pagelle! Come di consueto, saranno valutati tutti i piloti in pista in questo fine settimana.
Prestazione da incorniciare per Joshua Durksen. Il paraguaiano ha ottenuto un podio e una vittoria nel corso del weekend ed è stato velocissimo in ogni sessione.

Risultati diversi, invece, per i due italiani. Minì si è ritrovato e ha conquistato il terzo podio stagionale. Fornaroli, già campione, ha portato a casa il suo primo fine settimana senza punti.
Completamente scomparso, inoltre, Luke Browning. Non è il solo ad aver terminato male l’annata, mentre altri possono dirsi soddisfatti. Ecco quindi le pagelle F2 Abu Dhabi!
I voti dei primi in campionato
Leonardo Fornaroli, 5.5. Diciamo la verità, ha guidato con il gomito fuori dal finestrino e una birra in mano. Per sicurezza, giusto per ricordare a tutti chi è il campione, la piazza in P3 in qualifica. Poi finisce 11° sia sabato che domenica. Non si è preso alcun rischio, ha lottato il giusto e non ha strafatto. Se l’è presa comoda ma, tutto sommato, se lo poteva permettere.
Jak Crawford, 7.5. Si porta a casa il secondo posto mondiale soprattutto per demeriti degli avversari, ma non ha sbagliato nulla questo weekend. Si posiziona in prima fila al venerdì, dietro al solo Stanek. Nella Sprint fa a sportellate e finisce in zona punti. Poi domenica il team fa una giocata sontuosa: cambia le gomme dopo il limite imposto dal regolamento. Risultato: 10s stop and go, che sconta al primo giro. E la porta comunque a punti a fine gara. Bravissimo.

Richard Verschoor, 4.5. Poteva chiudere gloriosamente la sua carriera in Formula 2, conquistando anche la seconda piazza mondiale al primo anno con un team competitivo. E invece compra l’abbonamento gratuito alla P12, lontano dalle varie lotte per le posizioni importanti. E pensare che gli sarebbero bastati solo cinque punti nel corso del weekend…
Luke Browning, 3. Non si capisce cosa gli sia successo. Dopo la vittoria devastante nella Feature Race di Monza, ha ottenuto solo nove punti, otto dei quali nella Sprint di Baku. Ancora in fondo, sia in qualifica che domenica. Ciliegina sulla torta, ultimissimo nella gara corta con tanto di pit stop. Necessario ritiro spirituale nel deserto.

Alex Dunne, 5. Fino a sabato andava tutto bene. La qualifica un po’ sottotono, appena fuori dai dieci. Recupera qualcosina il giorno dopo, portando a casa un punticino. Poi gli si deve essere chiusa la vena quando ha visto Lindblad poco più avanti e si è ricordato di Monza. Peccato che abbia visto male e si trattava, come al solito, del povero Martins. Mette fine alla gara di entrambi. Ci mette sei giorni lavorativi a uscire dalla macchina perché giustamente Shields si è incastrato sotto di lui. Tralasciando questo weekend non proprio ideale, può puntare a qualcosa di grande ora che ha rinnovato per il 2026.
Pagelle F2 Abu Dhabi: il resto della Top 10
Arvid Lindblad, 7.5. Prossimo ormai alla massima categoria, il ragazzo di casa Red Bull si fa perdonare dei weekend non all’altezza con la terza vittoria stagionale. Domina incontrastato la Sprint Race, partendo dalla prima piazza. Si libera di Fornaroli durante la gara lunga, poi si ricorda di dover rientrare ai box e ovviamente scivola dietro. Comunque arriva 9°, primo tra chi aveva la strategia invertita. Ottimo segnale per l’anno prossimo.
Dino Beganovic, 9.5. Anche lui si abbona, ma sceglie la P4. Un weekend praticamente perfetto, a cui è mancato solo un podio. O meglio, era arrivato secondo domenica, ma vuoi non prendere 5s di penalità per speeding in pit lane, tra l’altro esattamente come il tuo compagno di squadra? Dai, sarebbe stato troppo facile altrimenti.

Joshua Durksen, 10. Lancia un segnale potentissimo per il 2026, in cui sarà vestito di giallo Invicta. A podio nella Sprint, ma Lindblad aveva decisamente un altro passo. Capisce che l’overcut è la strategia migliore, resta in pista quel giro in più che gli permette di uscire davanti agli altri e si prende una schiacciante vittoria nella Feature Race. Altro fine settimana da incorniciare per uno che, da solo, ha portato il team nelle prime posizioni.
Roman Stanek, 8.5. Prende lui le redini della squadra per un weekend, e i suoi punti ottenuti con il podio domenica e la pole venerdì consegnano di fatto il titolo a Invicta per il secondo anno consecutivo. Non fa errori, cede il passo al suo sostituto per la prossima stagione domenica e conclude benissimo la sua carriera in F2. Bravo ragazzo.

Pagelle F2 Abu Dhabi: il centro del gruppo
Victor Martins, 6.5. Povera stella, è diventato bersaglio mobile in Austria e non l’hanno mollato nemmeno per un fine settimana. Era iniziato anche il tutto abbastanza nella norma, con due P7 nelle sessioni di venerdì e sabato. Poi alla chicane viene centrato, come da procedura standard. Dunne lo cannona e si ritirano entrambi. Ha fatto molto ridere che è stato trovato due curve più indietro perché la pista in quel tratto è in discesa.
Sebastian Montoya, 4.5. Era ad un passo da zittire chiunque per le critiche, concludendo la stagione con due weekend ottimi. La Top 5 in qualifica ha fatto ben sperare. E poi, incredibilmente, parte malissimo in entrambe le gare. Nella Sprint addirittura stalla e finisce in fondo. Poi domenica ci pensa il motorone Mecachrome a lasciarlo a piedi, tra l’altro in un punto pericoloso. Non ci siamo.

Gabriele Minì, 8. Questo podio gli serviva tantissimo per riprendersi da una serie di risultati fin troppo altalenanti per un pilota del suo calibro. In qualifica fa un po’ fatica e si schiera 13° in griglia per entrambe le gare. Sabato arriva ad un passo dalla zona punti. La partenza supersonica nella Feature Race e una condotta di gara stellare fanno sì che risalga sul podio dopo tre mesi. E ora testa al 2026 con MP.
Rafael Villagomez, 6.5. Rischiava di essere un altro di quei weekend blandi e mogi come i pomeriggi di pioggia a novembre. Ma domenica, dopo una doppia P16, svolta totalmente il proprio fine settimana. Azzecca la strategia, fa i sorpassi giusti e pesca dal cilindro una sesta posizione che vale oro. Gli è andata bene, ma è stato bravo ad approfittare della situazione.
Le zone basse della classifica
Oliver Goethe, 9. Poco da fare, quando vede il Medio Oriente si trasforma in Michael Schumacher. Podio a Sakhir, pole a Lusail, costantemente tra i primi a Yas Marina. Ancora in Top 10 in qualifica (6°), termina entrambe le gare del weekend in Top 5. Si è svegliato tardi, ma si è decisamente svegliato. Se migliora sulla costanza può essere un cliente molto scomodo.
Kush Maini, 10. Fermate tutto. Prenotate un viaggio per le Indie seduta stante. Questo è l’evento più raro degli ultimi quindici secoli, figlio di una congiunzione astrale così inusuale ed improbabile che anche gli dei del Motorsport non se lo spiegano. Kush Maini in zona punti. Ma che dico, Kush Maini settimo in una Feature Race. “Questo lo vedranno anche a Tonga” cit.
Ritomo Miyata, 6. Un giorno, in Giappone, faranno una statua o un battesimo nell’acqua santa a questo martire, costretto ogni weekend a patire le pene dell’Inferno. Non riesce mai a portare a casa un fine settimana senza problemi tecnici. Questa volta, si tratta della qualifica. Ma non si arrende, e la buona strategia di domenica gli permette di mettere qualche punto in saccoccia. E dall’anno prossimo, forse, con il team Hitech, potrà stare al riparo dalle macumbe e dalle sfortune.

Nikola Tsolov, 7.5. Ancora una volta si qualifica davanti al compagno, ed è solo al secondo round in categoria. Poi le due gare assumono due sfaccettature diametralmente opposte. Nella Sprint Race si porta a casa il primo podio, di poco dietro a Lindblad e Durksen, a conferma dello straordinario talento del bulgaro. Domenica parte in retromarcia e si fa sfilare da tutti. La strategia invertita non gli permette di prendere ancora punti. Ma il suo è stato un debutto fantastico, sotto tanti aspetti, e per il 2026 c’è da stare attenti a questo ragazzo.
Pagelle F2 Abu Dhabi: i voti degli ultimi
Martinius Stenshorne, 4. Boh, qualcuno l’ha visto? Particolarmente indietro rispetto a settimana scorsa. Terzultimo domenica, mentre si ritira ad un giro dalla fine, lontano dallo sguardo di chiunque, nella gara corta. Si tratta pur sempre del suo secondo weekend, giustamente. Ma guardando Tsolov…
John Bennett, 4. Un altro che non si capisce dove fosse finito. Va bene che Mecachrome lo ha abbandonato durante la Sprint, ma era ugualmente lontanissimo. E se la strategia invertita aveva quasi portato i suoi frutti in Qatar, qui lo ha relegato alle ultime posizioni. Nuovamente bocciato.
Cian Shields, 3. Ormai è pure difficile inventarsi le parole da scrivere. Se ne avete qualcuna, contattateci, che qui la fantasia scarseggia. Come al solito, lontano anni luce da Durksen. La sessione di prove libere gentilmente offerta da Aston Martin rappresenta l’essenza stessa del multiverso. Per non parlare dell’incidente di sabato. Tutti schivano Dunne in mezzo alla pista, ma lui no. Ci si incastra sotto. A 80 km/h. Sipario.

Laurens Van Hoepen, 5. Ok, non è che fosse chissà quanto rapido ma ha dimostrato comunque qualcosina in più rispetto alla scorsa settimana. Termina 15° nella Sprint, che tutto sommato è anche un buon risultato. Poi non si è ben capito perché non sia manco uscito dai box domenica. Fatto sta che certamente lui e Trident, l’anno prossimo, potranno lavorare bene e sistemare ciò che c’è di sbagliato.
Tasanapol Inthraphuvasak, 4. Non so esattamente che risultati si aspettassero gli altri se non quelli che sono arrivati, Chiamato praticamente all’ultimo, non ha nemmeno il tempo di adattarsi alla vettura. Finisce ultimo bene o male in tutte le sessioni disputate. Il voto non è severissimo per ovvie ragioni legate al poco tempo che aveva a disposizione per prepararsi. Vedremo come andrà in ART.









