Quella attuale si sta rivelando con tutta probabilità la stagione più complicata dell’era ad effetto suolo per Max Verstappen.
L’olandese sta per la prima volta soffrendo i limiti in termini di guidabilità della propria RB21, tanto da aver chiuso addirittura in nona piazza l’ultima gara in Ungheria.
Se non altro, le difficoltà di questo 2025 ci hanno dato l’opportunità di confermare la crescita, sia sportiva che mentale, del quattro volte campione del mondo.
Max è decisamente maturato rispetto al giovane diciottenne degli esordi, ed ha dimostrato di saper vivere con relativa serenità anche i momenti – rari – di crisi del proprio team.
In una recente intervista concessa al podcast di Red Bull “Behind The Charge”, si è espresso sul tema lo stesso ingegnere di pista di Verstappen, Gian Piero Lambiase.
Il britannico di origini italiane ha certificato la crescita del proprio pilota, ma ha anche sottolineato la “testa dura” che Max non ha mai smesso di essere.
Il limite di Verstappen? La testardaggine
“La limitazione di Max è la testardaggine,” ha detto Lambiase ai canali social di Red Bull.
“È convinto di sapere sempre cosa è meglio, e per un ingegnere la sfida è riuscire a entrare sotto la sua pelle e nella sua testa.”
“Ho imparato ad accettare che, anche se in quel momento rifiuta il tuo consiglio, in realtà lo assorbe come una spugna e non lo ammetterà, ma poi farà esattamente ciò che gli hai chiesto.”
Lambiase ha poi elogiato anche i preziosi feedback forniti da Verstappen in termini di sviluppo della vettura: “Il team capisce cosa gli serve per tirare fuori il massimo dalla macchina. Lui capisce cosa serve al team in termini di feedback e cosa deve fornire per lo sviluppo della vettura”.
“Non solo per la macchina attuale ma anche per gli anni futuri. Questo sarà fondamentale con il cambiamento del regolamento per il prossimo anno”, ha concluso.