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FP2 Canada, l’analisi della telemetria e dei punti deboli della Ferrari

Questo il confronto telemetrico tra Russell ed Hamilton: ecco dove perde e guadagna la SF-25 contro una W16 più bilanciata.

La seconda sessione di libere a Montréal ha dato segnali interessanti in ottica qualifica. George Russell ha chiuso in modo inaspettato davanti a tutti, precedendo la McLaren di Lando Norris ed il compagno di squadra Kimi Antoenlli.

Solo ottavo invece Lewis Hamilton su Ferrari. Il confronto telemetrico tra i due ex compagni di squadra in Mercedes lascia intravedere i punti di forza e le difficoltà della SF-25, specie sul giro secco. La Ferrari continua a confermarsi molto competitiva in fase di frenata, ma resta scorbutica nei cambi di direzione e instabile a centro curva, limitando così l’efficacia in uscita e sugli allunghi.

S1 | Ferrari fortissima in staccata, ma l’accelerazione ne risente

Fin dai primi metri del giro l’identità della SF-25 è chiara: Lewis Hamilton imposta uno stile di guida estremamente aggressivo, attaccando al massimo ogni zona di frenata. In curva 3, ad esempio, frena molto più tardi di Russell e guadagna leggermente nella fase di rilascio.

Tuttavia, la vettura mostra i limiti già noti: l’anteriore non è preciso, e quando raggiunge il picco di accelerazione laterale, l’auto tende ad allargare. Questo costringe Hamilton a restare sul freno più a lungo per cercare stabilità, e a ritardare l’apertura del gas rispetto a Russell.

Il pilota Mercedes invece è molto più progressivo: entra in curva con più margine, ma riesce a tornare sul gas prima e meglio. Questo fa tutta la differenza in tratti come la 3-4, dove l’uscita è cruciale per l’allungo successivo. Russell non ha bisogno di correzioni, mentre Hamilton si ritrova con un posteriore ballerino che gli fa perdere tempo nel completamento della curva.

Provided by: Pitwall Data

S2 | I cambi di direzione penalizzano Hamilton, Russell pulito

Le difficoltà si amplificano nel secondo settore, specie tra curva 8 e 9. Hamilton stacca profondo, entra bene, ma la fase di transizione – tra rilascio e ripresa – resta il tallone d’Achille. La SF-25 si muove troppo sul posteriore, con il pilota che è costretto a dosare più volte freno e gas per mantenere la linea.

Russell al contrario opera uno stile più accademico e bilanciato: è meno incisivo in staccata, ma beneficia di una vettura più stabile e coerente, che gli consente di affrontare il tratto misto centrale con maggiore fiducia. La W16 non scarta, non scoda e permette una traiettoria più fluida. E questo, su un tracciato come quello del Canada, fa la differenza.

S3 | Il muro dei campioni tradisce Hamilton: sovrasterzo e fatica in uscita

La situazione si ripete nell’ultima chicane, uno dei punti più delicati del tracciato. Hamilton affronta l’ingresso con decisione, ma la Ferrari accusa un accenno di sovrasterzo che rovina la preparazione dell’uscita. Ancora una volta il problema è doppio: inserimento instabile e trazione compromessa. Il tempo perso qui è visibile non solo nel settore, ma anche nella velocità massima sul rettilineo finale, dove Hamilton paga caro l’incertezza della fase precedente.

Russell anche qui non forza ma sfrutta l’equilibrio della monoposto. Guida più rotondo, attacca con meno rischio e riesce a completare la chicane in pieno controllo, uscendo forte e guadagnando in accelerazione.

I punti positivi della SF-25

Un aspetto positivo però va sottolineato: l’handling della Ferrari sui cordoli è molto buono. La SF-25 non si scompone sulle asperità e risponde bene a sollecitazioni improvvise. Questo è un vantaggio notevole su un circuito come Montréal, dove i salti sui cordoli possono portare a importanti perdite di grip.

In questo senso, Charles Leclerc anche avendo saltato tutto il venerdì potrebbe avere un vantaggio: è il pilota che, finora, sembra interpretare meglio i limiti della vettura, compensando instabilità e nervosismi con uno stile più pulito e preciso. Con piccoli aggiustamenti di setup – già previsti per migliorare la trazione in uscita – la Ferrari potrebbe ancora una volta dire la sua per un posto sul podio.