Più che i numeri, i punti o le posizioni in classifica, il vero obiettivo del primo anno in Formula 1 di Andrea Kimi Antonelli era uno solo: dimostrare alla Mercedes di aver fatto la scelta giusta. A distanza di una stagione dal debutto, il giovane talento bolognese può guardarsi indietro con maggiore serenità, consapevole di aver superato un esame durissimo fatto di aspettative altissime, momenti di entusiasmo e passaggi a vuoto che ne hanno forgiato il carattere.
Scelto da Toto Wolff nel settembre 2024 con piena consapevolezza delle difficoltà che lo attendevano, Antonelli ha affrontato un campionato lungo 24 gare in dieci mesi, in cui la Formula 1 non concede sconti, soprattutto a chi debutta in un top team.

Tre stagioni in una sola
“La mia annata si può dividere in tre fasi”, racconta Antonelli. “Da Melbourne al Canada è stato un periodo positivo, di grande apprendimento. Poi, dopo Montreal, è arrivata una fase molto difficile: non vedevo i progressi che mi aspettavo e mentalmente è stato duro. Da Baku in poi, invece, sono tornato a essere il pilota che volevo”.
Dopo un avvio incoraggiante, sono arrivati i primi confronti diretti con George Russell e una pressione crescente che ha messo alla prova l’equilibrio mentale del rookie Mercedes.
Il punto più basso della stagione è stato Spa. “Sono arrivato in Belgio nel pieno del mio momento negativo ed è stato un colpo durissimo”, ammette Antonelli. La svolta, però, è arrivata dopo Monza, grazie a un doppio fattore: il ritorno a una configurazione tecnica più familiare e soprattutto un reset mentale.
Decisivo è stato il confronto diretto con Toto Wolff e con l’ingegnere di pista Peter Bonnington. “Mi hanno detto chiaramente cosa non andava, ma in modo costruttivo. Da lì ho capito che dovevo ripartire dalle basi: guidare bene, curva dopo curva, senza pensare ossessivamente al risultato”.
Nel mezzo, Antonelli ha vissuto entrambe le facce della Formula 1: l’esaltazione del primo podio e il peso delle critiche, amplificate da social e indiscrezioni sul futuro (circolava voce di uno scambio con Carlos Sainz). “Quando sei già in difficoltà, certe voci non aiutano. Crescere significa anche imparare a convivere con questo aspetto del mestiere”.
Un percorso che, a distanza di un anno, gli ha permesso di acquisire maggiore consapevolezza e una visione più lucida di ciò che lo attende.
Tra i momenti più belli della stagione, Antonelli cita Melbourne, la prima pole a Miami, il podio in Canada e il weekend del Brasile. Ma il ricordo più intenso resta Las Vegas.
“Ho provato una sensazione unica: facevo tutto in automatico, senza pensare. Ero come in un tunnel, guidavo solo d’istinto. È stata una sensazione bellissima”. Un’esperienza che ha segnato un punto di svolta nel suo approccio alla guida.
Il consiglio al Kimi del debutto e Russell come riferimento
Se potesse tornare indietro, Antonelli darebbe un consiglio molto semplice al se stesso di Melbourne: “Fidati di più del tuo istinto e delle tue capacità. Quando sali in macchina devi avere una mentalità da ‘killer’”.
E sui social aggiunge: “Non bisogna dare troppo peso a quello che viene detto. Le critiche che contano sono solo quelle delle persone di cui ti fidi”.
Fondamentale nel percorso di crescita è stato il confronto con George Russell. “Guardando i suoi dati ho capito quanto si potesse osare di più. È uno dei piloti più forti della griglia e lavorare con lui mi ha aiutato molto, soprattutto nella gestione delle gomme”.
Una convivenza che ha creato una competizione sana all’interno del box Mercedes.
La vita in Formula 1, la gestione della pressione e lo sguardo al 2026
Fuori dalla pista, Antonelli ha dovuto adattarsi a una vita completamente nuova, fatta di viaggi, impegni e pressione mediatica costante. “Devi imparare a gestire le energie, fisiche e mentali. Se non sei al cento per cento, la performance ne risente”.
Imparare a dire qualche “no” è diventato parte del processo di maturazione, così come trovare momenti di svago per ricaricare la mente.
Ora lo sguardo è già rivolto al futuro. Il 2026 porterà un cambiamento regolamentare epocale e, per Antonelli, una nuova grande occasione. “Partiremo tutti da zero ed è una cosa che mi motiva moltissimo. Se avrò una macchina competitiva, dovrò essere io a fare la differenza”.
Così Andrea Kimi Antonelli ai microfoni di Motorsport.com.









