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Ferrari, il nodo sospensione posteriore e il dilemma potenziale

Un'analisi dettagliata dei problemi Ferrari in questo inizio di 2025 e del motivo per cui è impossibile (per ora) sbloccare il "potenziale"

L’inizio della stagione 2025 ha posto la Ferrari di fronte a una sfida complessa: convertire il potenziale evidenziato al simulatore ed al banco dinamico in prestazioni concrete in pista. Nonostante le dichiarazioni ottimistiche di Vasseur, che ha più volte sottolineato le qualità intrinseche e il potenziale della nuova SF-25, i risultati arrivati nelle prime gare hanno rivelato criticità tecniche significative.

Ferrari e la questione sospensione posteriore

Uno degli elementi più delicati è rappresentato dalla configurazione della sospensione posteriore, in particolare per quanto riguarda il grado di squat (quanto la sospensione posteriore contrasta l’ abbassamento del posteriore in accelerazione). Questo parametro influisce profondamente sulla stabilità aerodinamica e meccanica della monoposto, e nella SF-25 si è rivelato un fattore chiave nel compromettere il bilanciamento complessivo della vettura. Tutti questi problemi, però, derivano da un nodo centrale: il bilanciamento sospensivo, che deve essere orientato in una direzione precisa a causa di un compromesso inevitabile.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari, Miami 2025
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari, Miami 2025

Se la sospensione viene ammorbidita per garantire una migliore trazione e direzionalità nelle curve lente, la vettura deve essere alzata per evitare che il plank venga consumato eccessivamente come successo in Cina o nelle FP2 in Australia. Questo però compromette l’efficienza aerodinamica, soprattutto alle alte velocità.


Al contrario, irrigidendo la vettura e mantenendola bassa per massimizzare la performance nei tratti veloci, si perde la capacità di generare i necessari trasferimenti di carico necessari nelle curve lente, rendendo la monoposto poco precisa. In entrambe le direzioni, la perdita è inevitabile: o si sacrifica il lento, o si rischia penalità per violazione del regolamento tecnico.

Il Caso Miami: sintomo di uno squilibrio più ampio

La gara di Miami ha esemplificato alla perfezione questo problema. Nonostante vari tentativi di ottimizzazione del setup, la SF-25 ha continuato a soffrire nei tratti a bassa velocità, mostrando invece una ragionevole competitività sui rettilinei e nelle curve veloci.

Lewis Hamilton, Scuderia Ferrari, Miami 2025

Tuttavia, In qualifica, il passaggio alle mescole più morbide non ha prodotto il salto prestazionale atteso, specialmente nel primo settore, evidenziando anche una difficoltà cronica nel massimizzare il grip con gomma nuova. Con Charles Leclerc che si è trovato addirittura meglio con il compound usato nel suo giro di Q3.

Il dilemma tecnico della SF-25 è, quindi, ben definito: Trovare un compromesso efficace tra performance nel lento e stabilità nelle sezion veloci, finché non verrà risolto il nodo strutturale legato all’eccessivo abbassamento della vettura che rischia di causare sanzioni regolamentari — la Ferrari continuerà a esprimere solo parzialmente il potenziale della sua monoposto, rimanendo sospesa tra competitività e limitazioni tecniche. Tuttavia, se i tecnici riusciranno a trovare una soluzione ai problemi di che affligono la SF-25, il famigerato potenziale si tradurrebbe finalmente in prestazioni concrete in pista, permettendo a Leclerc e Hamilton di togliersi qualche soddisfazione nella seconda parte della stagione.