La qualifica del GP di Singapore, ha un sapore agrodolce per Andrea Kimi Antonelli, protagonista di un sabato intenso e ricco di spunti tecnici a Marina Bay. Dopo un ottimo passaggio in Q2, il giovane talento italiano è riuscito a centrare la Q3, confermando una crescita costante nelle ultime settimane. Ma il pilota stesso non nasconde un pizzico di delusione per come si è sviluppata la parte finale della sessione.
“Diciamo che mi piace rendermi la vita più difficile”, ha esordito con un sorriso Antonelli ai microfoni nel post-qualifica. “In generale ho sentito di avere un buon colpo, almeno nel primo settore. È un peccato, perché la macchina c’era e avevamo il passo. Mi sentivo molto forte, il potenziale era alto”.
La Q2 aveva mostrato tutto il valore della sua guida pulita e aggressiva al tempo stesso: Antonelli era riuscito a estrarre prestazione con precisione millimetrica, segno di un equilibrio crescente tra velocità e controllo. Tuttavia, arrivato in Q3, l’entusiasmo ha preso il sopravvento.
“In Q3 ho lasciato andare un po’ le emozioni”, ha ammesso. “Ero davvero eccitato, sentivo che fosse possibile fare qualcosa di grande, ma non ho guidato bene. Ho fatto troppi errori, e quando ti accorgi che il giro non è pulito cominci a irrigidirti. Il primo non è stato buono, il secondo ancora peggio. Mi sono trovato a spingere sempre di più, ma senza migliorare”.

Il risultato finale non cancella però il percorso positivo intrapreso nelle ultime gare. Antonelli sottolinea infatti come, al di là del piazzamento, stia trovando una nuova solidità mentale e tecnica:
“C’è una tendenza positiva da un po’. A Monza abbiamo avuto una buona qualifica, poi a Baku ancora una sessione forte, e qui di nuovo fino alla Q2. Mi sento più rilassato in macchina, più concentrato sul processo, su ciò che devo fare piuttosto che solo sul tempo sul giro”.
Un atteggiamento da pilota maturo, capace di analizzare con lucidità le proprie prestazioni e trarne insegnamenti concreti.
Antonelli: “Sto imparando a concentrarmi sul processo, non solo sul risultato”
“La Q3 di oggi è stata un’altra lezione importante per il futuro”, ha aggiunto. “A volte fare un po’ meno ci porta a ottenere di più. Oggi ho spinto oltre il potenziale dell’auto e del grip: stavo chiedendo troppo, e il risultato è stato commettere troppi errori. Ma fa parte del percorso di crescita”.
Con il suo approccio sempre più consapevole e la capacità di leggere con profondità ogni fase del weekend, Antonelli sta dimostrando una maturità che va ben oltre la sua età. I segnali sono incoraggianti: costanza, comprensione tecnica e autocritica — tre elementi fondamentali per costruire un futuro solido ai massimi livelli.
La qualifica odierna lascia dunque un bilancio positivo, nonostante l’amaro in bocca per una Q3 imperfetta. L’impressione è che Antonelli stia imparando a gestire la pressione e le emozioni, senza rinunciare alla sua naturale aggressività. E se oggi ha forse “chiesto troppo” alla macchina, in gara saprà esattamente quanto e quando chiedere, trasformando l’errore in esperienza, e l’esperienza in velocità.









