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F1 | FIA: guerra alle zone grigie del regolamento 2026

La Formula 1 si prepara a una rivoluzione tecnica senza precedenti con il regolamento 2026. La FIA ha alzato la voce contro ogni possibile interpretazione “creativa” delle norme, lanciando un avvertimento chiaro ai team: sfruttare le zone grigie sarà un suicidio
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Nikolas Tombazis, direttore tecnico monoposto della FIA, ha annunciato un approccio di “zero tolleranza” verso chi proverà a spingersi oltre i limiti del regolamento 2026.

Se una squadra decidesse di investire tempo e risorse su un’interpretazione dubbia, rischierebbe di ritrovarsi a metà stagione con un concetto dichiarato illegale, vanificando mesi di lavoro. “Sfruttare le zone grigie del regolamento sarebbe un suicidio”, ha dichiarato Tombazis e riportato da racingnews365.

Per garantire equità, ogni chiarimento richiesto da un team verrà condiviso con tutte le scuderie, così da uniformare le interpretazioni ed eliminare le aree di ambiguità.

FIA: Le zone più a rischio controllo

Nonostante la volontà di chiarezza, alcune aree tecniche restano potenzialmente delicate:

  • Ali flessibili e aerodinamica attiva: con l’introduzione delle ali mobili, distinguere ciò che è ammesso da ciò che è un trucco sarà particolarmente complesso.
  • Rigidità dei componenti: fondo, appendici e scocca saranno sottoposti a test più severi per evitare inganni durante le verifiche.
  • Sistemi ibridi: la gestione della parte elettrica, dei flussi di carburante e del recupero energetico potrebbe generare interpretazioni borderline.

In tutti questi casi, la linea tra innovazione e illegalità rischia di essere molto sottile.

Scommettere sulle zone grigie potrebbe avere conseguenze pesantissime: sviluppi dichiarati illegali e da rifare da zero, sanzioni sportive fino alla perdita di punti o squalifiche, progetti tecnici improvvisamente inutili che compromettono un’intera stagione. Per i nuovi costruttori o per i team con risorse più limitate, la curva di apprendimento sarà particolarmente ripida e rischiosa.

FIA: guerra alle zone grigie del regolamento 2026
Autodromo Nazionale di Monza, Italia

Perché la FIA vuole più rigidità?

Dietro questa strategia ci sono motivazioni precise:

  • garantire maggiore equità tra i team,
  • prevenire lunghe battaglie legali o proteste in pista,
  • proteggere l’immagine della Formula 1, spesso segnata da scandali regolamentari,
  • mantenere la stabilità del campionato evitando rivoluzioni tecniche a stagione in corso.

Il riferimento storico è chiaro: la FIA vuole evitare un “2009 bis”. In quell’anno la Brawn GP dominò grazie al famoso doppio diffusore, una soluzione nata da una zona grigia regolamentare. All’epoca, però, la comunicazione della FIA era molto meno trasparente.

“Oggi ci assicuriamo che, per qualsiasi chiarimento richiesto dai team, se la domanda evidenzia una zona poco chiara, inviamo una comunicazione identica a tutti. Nel 2009 invece ci furono scambi con alcuni team, ma non con tutti. Di conseguenza, ognuno lavorava su interpretazioni diverse del regolamento. Ora la nostra priorità è garantire che le regole siano chiare e comprensibili per tutti”, ha sottolineato Tombazis.

La prospettiva per il mondiale F1 2026

Se la FIA riuscirà a far rispettare questa linea, il Mondiale 2026 potrebbe risultare più equilibrato e prevedibile dal punto di vista tecnico, con meno polemiche legate a “furbizie” regolamentari.

Resta però il rischio che i team più ricchi, in grado di investire in simulazioni, analisi legali e sviluppo parallelo, possano mantenere un vantaggio. La Formula 1 resterà comunque un terreno in cui a fare la differenza saranno la capacità di leggere i dettagli del regolamento e la qualità nel trasformare i dati della galleria del vento in prestazioni in pista.