Appena 2 mesi fa, Felipe Massa aveva ufficialmente portato in tribunale il caso “Crashgate” che nel 2008, col senno di poi, gli costò la vittoria del mondiale piloti, chiedendo un maxi-risarcimento agli organi che avrebbero falsato l’andamento del campionato scegliendo di non approfondire la questione e di conseguenza di non annullare i risultati del GP di Singapore.
Secondo quanto dichiarato da Bernie Ecclestone nel 2023, infatti, sia in FIA che in FOM, tutti sapevano cosa fosse successo in quella domenica a Singapore, ma nessuno alzò un dito.
Ebbenne oggi inizia quindi un nuovo capitolo importante di questa storia infinita, che ora finirà in tribunale, con il brasiliano che può senz’altro ritenersi fiducioso per la vittoria finale del caso, dati tutti gli elementi.
Cos’è questo “Crashgate”?
Stagione 2008, siamo nel weekend di Singapore, per quella che sarebbe passata alla storia come la prima gara in notturna per la Formula 1, peccato che ciò che successe in pista fece passare tutto in secondo piano.
Secondo quanto dichiarato poi dallo stesso Nelson Piquet Jr, pilota Renault nel 2008, l’allorateam principal del team Flavio Briatore avrebbe messo parecchia pressione su di lui, al fine di convincerlo ad andare volontariamente a muro, così da favorire la vittoria del compagno di squadra Fernando Alonso.
Il piano di Briatore in fin dei conti funzionò, ma la safety car causata dal botto, scatenò un effetto domino che avrebbe poi tolto il titolo mondiale dalle mani di Massa: infatti durante il suo pit-stop il bocchettone della benzina non viene rimosso in tempo dalla sua Ferrari, Massa riparte quindi con il tubo ancora attaccato alla vettura in una scena tragicomica, facendo quindi perdere al pilota brasiliano tanto tempo prezioso e facendolo passare dal primo, addirittura al tredicesimo posto finale.
Respinta l’archiviazione: ora il vero processo
Il giudice Robert Jay, dopo aver esaminato sia le richieste e le opinioni del brasiliano, che le richieste di archiviazione degli imputati: FIA, FOM e lo stesso Bernie Ecclestone; ha fermamente respinto queste ultime, supportando invece la tesi di cospirazione di Massa.
Anzi, nella sentenza lunga 54 pagine, emessa dall’Alta Corte di Londra, si legge che “è ritenuta plausibile la teoria di cospirazione” sostenuta da Massa in quanto “presenta basi solide, le prospettive di successo per l’ex-Ferrari sono concrete.”
Sarà quindi un vero processo ora a stabilire chi sia nel giusto, ma le parole usate nella sentenza possono far ben sperare Felipe, che dopo 17 anni continua strenuamente a sostenere che sia in FIA che in FOM, si sia agito in malafede, pensando solo ad evitare scandali che avrebbero destabilizzato l’ambiente.

Le parole di Massa
Non sono mancate le parole del diretto interessato, ovviamente galvanizzato da una svolta così decisiva nel proseguo della vicenda:
“Questo è un giorno importante per me, per la giustizia e per tutti i fan della Formula 1. La Corte ha riconosciuto la solidità del nostro caso, impedendo che la verità sul 2008 venisse coperta.”
“Quell’incidente deliberato mi è costato un titolo mondiale e le autorità preferirono insabbiare i fatti piuttosto che preservare l’integrità dello sport.”
“Hanno provato di tutto per fermare il processo, ma la nostra è una battaglia per la giustizia e quello di oggi è un passo decisivo. La verità prevarrà, ora potremo investigare a fondo, presentando ogni documento, ogni comunicazione e ogni prova che possano far venir fuori la cospirazione tra gli imputati.”
Massa ha poi concluso con parole di speranza:
“Sono più determinato e sicuro che mai! Quando tutta la verità verrà fuori, sarà fatta giustizia, per me, per i brasiliani, per i ferraristi, per tutti gli appassionati che meritano uno sport trasparente e per il futuro stesso della Formula 1.”









