Tanti gli spunti interessanti offerti da Oliver Bearman, in una recente intervista concessa a Roberto Chinchero e a motorsport.com.
Il pilota inglese, che sta attualmente disputando la propria prima stagione completa in Formula 1, ha toccato svariati temi. Tra questi, il suo rapporto con la Ferrari, che l’ha preso con sé nella propria academy fin dai tempi della F4, e che ora lo ha portato nella categoria regina.
L’inglese corre ora con Haas, ma ha debuttato in F1 proprio con il Cavallino Rampante: l’occasione per lui si presentò lo scorso anno a Jeddah, quando Carlos Sainz si trovò costretto a saltare qualifiche e gara per via di un problema di appendicite.
La SF-24 venne affidata proprio a Bearman, che mancò di qualche millesimo la Q3, e che in gara portò a casa un’ottima settima posizione, davanti a piloti come Norris ed Hamilton.
Bearman sull’esperienza nell’academy Ferrari
“Ricordo perfettamente il momento in cui sono uscito per la prima volta dal box di Fiorano, ho provato una sensazione nuova, che non avevo mai avvertito prima. Avevo visto Alonso, Schumacher, Vettel, Leclerc, tutti loro avevano fatto lo stesso al volante di una F1, ed anche se nel mio caso era una piccola F4″, ha detto Ollie.
“È stata comunque una sensazione davvero speciale. Poi, solo due anni dopo, ho rivissuto il tutto nel mio primo test con una monoposto di F1, un giorno che ricorderò per sempre. Non si può descrivere cosa vuol dire indossare quella tuta rossa. Mi ha reso incredibilmente orgoglioso ma anche totalmente motivato a indossarla di nuovo”.
Bearman non ha negato il proprio amore per il Cavallino, ribadendo di voler tornare al volante della Rossa in qualità di pilota titolare.
“La Ferrari? In questa fase della mia carriera non ci penso, sento di avere le carte in regola per poter essere un pilota della Scuderia, ma sta a me dimostrarlo”.
“Sono sicuro che anche a Maranello credano nelle mie qualità, se negli ultimi anni mi hanno supportato arrivando ad offrirmi l’opportunità di essere dove sono, è perché credono che un giorno potrò gareggiare in tuta rossa”.
“Ed è questo che mi fa alzare dal letto ogni mattina e mi motiva a migliorarmi, a diventare la versione migliore di me stesso, perché voglio gareggiare in rosso, voglio vincere in rosso. Questa è la mia principale motivazione nella vita”.









