Le qualifiche del Gran Premio di Silverstone hanno confermato le attese di un sabato serratissimo tra Red Bull, McLaren e Mercedes, con Max Verstappen autore di un giro eccezionale che gli è valso la pole position davanti ai Papaya Boys, Oscar Piastri e Lando Norris.
Nonostante i segnali incoraggianti in termini di bilanciamento, trazione e solidità nei tratti più guidati del circuito, Ferrari non è riuscita ad andare oltre la quinta e sesta posizione con Lewis Hamilton e Charles Leclerc, staccati di poco più di due decimi dalla testa.
Errori nella parte conclusiva del giro hanno compromesso la posizione finale dei due alfieri della Rossa, che si sono dovuti accontentare della terza fila alle spalle anche di George Russell.
Sin dalle prime due curve, percorse in pieno, si evidenzia il vantaggio della Red Bull: Verstappen, grazie ad un’ala posteriore più scarica, riesce a raggiungere una velocità sensibilmente più alta rispetto a Hamilton, portando con sé già 150 millesimi di vantaggio prima della frenata di curva 3.
In quel punto, la Ferrari mostra ancora limiti in inserimento: Lewis è costretto a frenare in modo anticipato e prolungato, segnale evidente di sottosterzo. Ciò compromette l’efficacia nella prima fase della curva, ma il Britannico riesce a difendersi egregiamente in uscita grazie a una buona trazione, anticipando leggermente l’applicazione del gas.

S2 – Ferrari forte sull’alto carico, Red Bull domina le Top Speed
Lo scenario si ripete in curva 4: Verstappen non centra il punto di corda e soffre di uno snap del posteriore in uscita. Hamilton, più pulito, guadagna leggermente grazie a un input sul gas più progressivo. Prima dell’inizio del secondo settore, il gap tra i due si assesta a circa 80 millesimi a favore di Max.
Nel tratto 6-7, per tutto il weekend un punto critico per Ferrari, Hamilton continua a lottare con un anteriore non ancora al top, ma compensa con una trazione eccellente in uscita.
La differenza più marcata emerge però nella porzione successiva del rettilineo: la Red Bull, grazie alla configurazione a basso carico, guadagna parecchio in termini di velocità di punta. Interessante notare anche i regimi motore più alti di Verstappen, un’anomalia visto il parco chiuso e la parità teorica delle mappature in qualifica.
Verstappen percorre Copse in pieno nonostante l’ala scarica. Ma è nella sezione Maggotts-Becketts-Chapel che la Ferrari torna a brillare: Hamilton mostra un retrotreno molto stabile e una vettura precisa nei cambi di direzione, al punto da poter tornare sull’acceleratore prima di Max. In questa zona da alte accelerazioni laterali, la Rossa si conferma una delle migliori, alla pari con la McLaren.
S3 – L’overdriving compromette il risultato finale
La Stowe è stata uno dei punti forti di Hamilton per tutto il weekend: anticipa la frenata, sacrifica l’ingresso, ma è il più rapido all’apex, riuscendo ad applicare il gas con decisione e precisione.
Purtroppo, nel T3 Lewis commette un piccolo errore: ritarda la staccata tra la penultima e l’ultima curva, ma subisce un sovrasterzo che lo costringe a correggere. Lì perde circa 151 millesimi, un errore che gli costa l’opportunità di giocarsi la prima fila. Un peccato, considerando che in uscita dall’ultima curva torna a essere uno dei migliori in assoluto per trazione.
Con l’errore finale corretto, il distacco finale da Verstappen sarebbe stato di circa 30 millesimi: un segnale incoraggiante per una Ferrari in crescita, ma che ha ancora qualcosa da rifinire nei tratti lenti e nel bilanciamento all’anteriore.

Hamilton non è stato il solo a perdere nel T3: anche Leclerc, fino all’ultima curva, seguendo il delta in tempo reale, occupava provvisoriamente la seconda posizione, con Hamilton tra la terza e la quarta. La telemetria e il grafico degli Ideal Lap Time confermano il potenziale: una Ferrari che occupava prima e seconda fila era possibile. Tuttavia, gli errori nel tratto conclusivo hanno compromesso il risultato, mostrando quanto il margine d’errore in qualifica fosse estremamente ristretto e condizionato da dettagli minimi.









