Lando Norris dopo aver conquistato una pole position cruciale al Gran Premio del Messico, ha spiegato una tattica che utilizza sin dal GP di Monaco, disputato a fine maggio.
Norris ha infatti disattivato il “delta time”, ovvero il riferimento cronometrico che mostra in tempo reale quanto il suo giro sia più veloce o più lento rispetto al precedente migliore o al giro provvisorio in pole. Questo significa che non sa mai esattamente dove si trovi in termini di tempo sul giro fino al taglio del traguardo.
Secondo l’attuale leader del mondiale, però, la mancanza di questa informazione lo aiuta a mantenere la mente più libera e a evitare distrazioni dovute ai continui dati visibili sul display.
Riflettendo su come l’assenza di riferimenti lo abbia lasciato completamente ignaro della qualità del suo giro in Messico mentre lo stava completando, Norris ha dichiarato:
“Molto spesso, i giri in cui non so davvero cosa stia succedendo, o come sia successo, sono quelli in cui rendo meglio. Come ho detto via radio a Will e Jarv – rispettivamente Will Joseph e Andrew Jarvis, ingegnere di pista e ingegnere di performance della McLaren n.4 – meno ne so, meglio faccio di solito nei miei giri di qualifica. E questo è stato uno di quelli.”

Norris e il trucco per volare in qualifica: genio o follia?
Norris ammette che si potrebbe sostenere che avere più informazioni in tempo reale durante la qualifica possa essere utile, ma ritiene che non vedere il delta time sullo schermo lo aiuti nel complesso.
“Non lo uso più da Monaco, e da allora non ho mai più guardato il delta in qualifica,” ha spiegato Norris. “Chi può dire se mi avrebbe aiutato o peggiorato?”
Che sia proprio questa la chiave che ha permesso a Norris di diventare leader del mondiale ai danni di Oscar Piastri?
Non solo evita al britannico di fissarsi sui numeri, concentrandosi maggiormente sulla guida, ma lo porta anche a completare sempre i giri, invece di interromperli a metà o rientrare ai box.
“Da quando non ce l’ho – il delta time sul display del volante, ndr – spingo sempre, indipendentemente da come è iniziato il giro o da come ho affrontato una curva. Forse perché non hai un riferimento sul tempo complessivo, cerchi solo di massimizzare ogni curva al massimo. Altrimenti, a volte finisco per fissarlo troppo, e non è mai una buona cosa.”
“È bello perché, quando poi va bene come oggi, è una piacevole sorpresa vedere comparire il tempo sul giro quando è così buono.”








