Cadillac ha annunciato i suoi piani per il 2026: Motori Ferrari e l’ingaggio di due piloti esperti come Valtteri Bottas e Sergio Perez è un segnale forte al mondo del circus.
Se il finlandese ha aperto sin da subito al trasferimento, il messicano ha invece avuto bisogno di tempo e di molte rassicurazioni prima di accettare.
La scuderia americana è stata anche criticata per non aver puntato su un giovane, ma la filosofia è chiara: esperienza come parola chiave per costruire una base solida in Formula 1.
Bottas e Perez rappresentano due approcci diversi e complementari: il primo porta con sé i metodi e la visione Mercedes, il secondo il bagaglio Red Bull.
Segreti, organizzazione e cultura del lavoro diverse, che potranno accelerare la crescita di Cadillac, già impegnata a testare la propria struttura con simulazioni remote di Gran Premio in parallelo agli eventi reali di F1.
Cadillac: Checo convinto a fatica del progetto
Il 26 agosto Cadillac ha ufficializzato l’ingaggio di Sergio “Checo” Perez per la stagione inaugurale in Formula 1 a partire dal 2026.
Una notizia accolta con entusiasmo in America Latina e negli Stati Uniti, ma dietro la firma c’è stata una trattativa lunga e complessa, segnata da dubbi e ripensamenti.

Secondo il fotografo di F1 Kym Illman, Perez ha dovuto essere convinto più volte ad accettare: la prospettiva di correre nelle retrovie nel 2026 — e forse anche nel 2027 — non era certo allettante.
La chiave della decisione è stata la possibilità di ricominciare da zero in un ambiente nuovo, senza il ruolo di “secondo pilota” che lo aveva limitato alla Red Bull.
Cadillac ha puntato forte sulla sua esperienza — 14 stagioni di Formula 1, dalla Sauber del 2011 fino al quadriennio in Red Bull — e sulla sua enorme fanbase, capace di ampliare la visibilità del marchio negli USA e in Messico.
Perez ha firmato solo il 22 agosto, pochi giorni prima dell’annuncio ufficiale: un ritardo che conferma quanto fosse combattuto.
Perez: dalla fine amara con Red Bull al bivio sul suo futuro
Perez era rimasto senza sedile dopo Abu Dhabi 2024, chiudendo una stagione complicata con prestazioni sottotono e un addio alla Red Bull che non ha rispecchiato il suo contributo.
Dopo quattro anni accanto a Verstappen, spesso relegato a un ruolo di supporto, il 34enne di Guadalajara aveva due strade: il ritiro — reso più concreto dai 20 milioni di dollari incassati per la risoluzione del contratto — oppure una nuova avventura con Cadillac.
Proprio l’idea di correre in fondo al gruppo lo ha frenato a lungo: le trattative, iniziate dopo la separazione da Red Bull, sono state caratterizzate da alti e bassi, perché accettare significava rinunciare a lottare per podi e vittorie nell’immediato.

Cadillac: Esperienza per costruire solidità
Per Perez questa scelta rappresenta non solo un progetto sportivo, ma una nuova sfida personale.
La possibilità di non doversi più adattare a una monoposto costruita per Verstappen e di avere finalmente un ruolo centrale ha pesato nella decisione.
Con Cadillac, Checo intravede il suo ultimo grande progetto in Formula 1: un contratto fino al 2027 e la libertà di decidere quando dire addio al Circus.
Accanto a Valtteri Bottas, Perez formerà la coppia più esperta della griglia, una scelta che conferma l’intenzione di Cadillac di puntare sulla conoscenza e sull’esperienza per accelerare lo sviluppo tecnico della monoposto.
Il ritorno di Checo rappresenta anche una spinta mediatica enorme, soprattutto in Messico, dove l’annuncio è stato accolto come un trionfo. La strada sarà lunga e difficile, ma Cadillac e Perez condividono un obiettivo: trasformare un azzardo in un progetto vincente.









