Gabriel Bortoleto, classe 2004, è uno dei rookie al debutto nella massima categoria nel 2025. Dopo un inizio in salita, Bortoleto sta iniziando a convincere, confermando le grandi aspettative che il Circus nutriva nei suoi confronti dopo le vittorie consecutive in Formula 3 e in Formula 2, entrambe conquistate da rookie.
Al volante della Kick Sauber – in quest’ anno di transizione verso Audi – il giovane talento brasiliano sta ottenendo risultati di rilievo, considerando la vettura che dispone, guadagnandosi gli elogi del suo team principal Jonathan Wheatley.
Quest’ultimo non ha esitato a definirlo “il vero affare per la scuderia”, un complimento pesante, considerata la lunga esperienza di Wheatley e i campioni con cui ha lavorato in passato.
Nel corso del podcast Beyond the Grid, Bortoleto ha commentato le parole del suo team principal:
“Cosa posso dire? È incredibile”, ha dichiarato Bortoleto. “Sappiamo tutti chi è Wheatley e quanto vale la sua figura. Sentire un complimento del genere aumenta la mia fiducia. Ha lavorato con tanti talenti, tra cui Michael. Lo stimo moltissimo, insieme al mio idolo Senna”.

Il brasiliano ha poi aggiunto: “Per me è semplicemente fantastico. Ho ancora tanto da dimostrare in Formula 1 e voglio raggiungere grandi traguardi qui. Voglio diventare campione un giorno ed è per questo che lavoro ogni singolo giorno. Sentire dal mio capo che sono un vero campione è incredibile”.
Nella sua carriera in Formula 1, Wheatley ha collaborato non solo con Schumacher, ma anche con piloti del calibro di Fernando Alonso, David Coulthard, Sebastian Vettel e Max Verstappen.
Bortoleto: Dalle difficoltà i primi passi verso la maturità
Bortoleto non nasconde le difficoltà vissute nei primi weekend di gara:
“Abbiamo iniziato in modo molto complicato con la macchina. Faticavamo a trovare un buon bilanciamento e prestazioni. Sia io che Nico – Hülkenberg, ndr. – abbiamo fatto fatica a superare la Q1 diverse volte”.
La sua storia è anche segnata da grandi sacrifici: a soli 11 anni si è trasferito in Europa, lasciando la famiglia in Brasile per inseguire il sogno della Formula 1.
“È stato difficile perché ero abituato a vivere con i miei genitori e mio fratello. Da un giorno all’altro non li ho visti per tre o quattro mesi. Non ci ho mai riflettuto fino a quando non sono arrivato in Formula 1: solo allora ho realizzato cosa avevo fatto. Mio padre ha lavorato duramente per sostenere me e mio fratello nelle corse. Dovevo arrivare in Formula 1 per ripagare tutto quello che ha fatto per noi”.
Dal mito al manager: Alonso mentore decisivo
Una figura chiave nella sua crescita è stata Fernando Alonso, suo manager e punto di riferimento.

“Non sarei in Formula 1 senza l’influenza di Fernando”, ha ammesso Bortoleto. “Mi ha aiutato a ottenere il contratto in Formula 3 con un ottimo team. Mi ha insegnato molto nella mia stagione da rookie in Formula 2. Non sono sicuro che avrei vinto F2 e F3 se non avesse gestito lui la mia carriera”.
Con una carriera appena iniziata, Gabriel Bortoleto sembra avere già chiari i suoi obiettivi: trasformare il talento e la determinazione in un percorso che lo porti un giorno a entrare tra i grandi della Formula 1.









