Ferrari è uscita dal Gran Premio dell’Ungheria con le ossa rotte, per via del crollo finale di Leclerc dopo l’ottima parte iniziale di gara.
Il tempo di piangersi addosso però non c’è: il team di Maranello – come tutti gli altri – sta ormai da tempo sviluppando la vettura 2026, consapevole di quanto sia cruciale la prossima stagione con il cambio regolamentare.
Ebbene, in questi giorni quattro team, tra cui l’Alpine con Colapinto che è andato a muro, stanno approfittando dei primi giorni della pausa estiva per lavorare a stretto contatto con la Pirelli per lo sviluppo degli pneumatici 2026.
Le nuove gomme, che verranno introdotte con il prossimo ciclo regolamentare, hanno infatti bisogno dell’omologazione FIA, e i dati relativi al comportamento di tali pneumatici dovranno essere forniti entro il primo settembre, in modo da procedere alla validazione definitiva.
Non è casuale il fatto che Ferrari abbia deciso di utilizzare una SF-25 per i test. La monoposto è stata ovviamente modificata in modo da fungere da “mule car”. In precedenza, la Scuderia aveva messo a disposizione della Pirelli una SF-24, la monoposto che aveva corso lo scorso anno.
La modifica era già stata apportata per la prima volta nei test a Fiorano del 19 e 20 giugno, con gli pneumatici da bagnato 2026 provati da Guanyu Zhou e Charles Leclerc.
Ciò aveva fatto pensare alla possibilità che la Ferrari volesse valutare quale fosse il comportamento della rossa con lo schema della sospensione pull rod, sostituito alla vecchia versione push rod, magari pensando alle possibili sinergie con la vettura agile del prossimo anno.
La Pirelli sta dunque procedendo con i test sugli pneumatici, ma per questo serve studiare anche i flussi che coinvolgono le ali anteriori, che dall’anno prossimo potranno flettere maggiormente e in modo più dinamico.
Per questo la FIA ha autorizzato le squadre, con una specifica direttiva tecnica, a montare un attuatore per sperimentare l’ala attiva anteriore, in modo da offrire alla Pirelli la possibilità di sperimentare il comportamento dello pneumatico nelle due diverse configurazioni possibili.

La Ferrari investe sull’ala anteriore 2026
La Ferrari è il team che ha particolarmente investito sullo studio di questo problema, spostando quello che era il regolatore d’altezza dell’ultimo flap dal lato esterno dell’elemento e trasferendolo all’interno.
La variazione di incidenza dell’ala avveniva però solo grazie a un cacciavite con cui un meccanico addetto può variare la resistenza intervenendo su una vite.
Nell’ala anteriore che la Scuderia ha utilizzato in Ungheria mercoledì, nella seconda giornata di test promossa dal fornitore unico, invece, il comando manuale non era più presente.
Sulla SF-25 modificata c’è infatti un più complesso sistema che potrebbe essere attuato idraulicamente. È possibile che la Ferrari abbia sperimentato una soluzione che non avrà a che vedere con il sistema che verrà adottato sulla 678, ma utile per raccogliere dati.
Leclerc, se così fosse, avrebbe avuto il privilegio di essere il primo ad attivare manualmente l’ala attiva, traendo le prime indicazioni su uno dei nuovi concetti che vedremo sulle monoposto del prossimo anno, nell’ambito della nuova generazione di Formula 1.
Altre squadre hanno preferito non gravare sul budget di quest’anno per provare un’ala anteriore molto diversa da quella con cui vedremo debuttare le macchine 2026, ritenendo che le informazioni da raccogliere sarebbero state poco rappresentative.
In Ferrari però, consapevoli che non potranno sbagliare la monoposto con cui si entrerà nella rivoluzione normativa, hanno scelto di investire sul futuro, collaborando in maniera più stretta con la Pirelli. Un segnale di lucidità che emerge da un momento di sbandamento, ma che lascia intravedere uno spiraglio di ambizione per tornare competitivi.









