Conclusosi il weekend del Gran Premio d’Ungheria, la Pirelli ha deciso di trattenersi sul circuito dell’Hungaroring per effettuare due giornate di test dedicate allo sviluppo delle gomme 2026.
All’appuntamento prenderanno parte quattro team: martedì scenderanno in pista la McLaren con Lando Norris, la Alpine con il giovane Paul Aron e la VCARB con Liam Lawson. Mercoledì toccherà invece a Charles Leclerc con la Ferrari, mentre i due piloti ufficiali Alpine si alterneranno nel corso della giornata per fornire feedback su diversi set di mescole.
Questi test rivestono un’importanza cruciale, poiché le nuove specifiche degli pneumatici dovranno essere confermate entro il 1° settembre, data limite imposta dalla FIA per la validazione delle gomme 2026. La Pirelli, quindi, vuole raccogliere il maggior numero possibile di dati prima di prendere una decisione definitiva e garantire il miglior compromesso tra prestazioni, durata e sicurezza.
La Ferrari, in particolare, approfitterà dell’occasione per raccogliere dati importanti utilizzando la SF-25. Oltre al lavoro sugli pneumatici, la Scuderia di Maranello cercherà ulteriori riscontri sul comportamento della sospensione anteriore, che per il 2025 è passata da uno schema push-rod a uno pull-rod, e continuerà a monitorare con attenzione anche la nuova sospensione posteriore, introdotta recentemente per migliorare la trazione e la gestione delle gomme.
Questi test rappresentano quindi un’opportunità doppia: contribuire allo sviluppo delle gomme future e perfezionare il pacchetto tecnico della monoposto, sia in ottica di sviluppo a lungo termine, sia per affrontare al meglio la seconda parte di stagione e il progetto 2026.
Test Pirelli: c’è la possibilità di provare le ali 2026
Durante i test post-GP all’Hungaroring, oltre allo sviluppo delle gomme 2026, verrà anche introdotto un primo banco di prova per una novità tecnica destinata a entrare in vigore nella prossima stagione: l’ala anteriore attiva. La FIA ha dato il via libera alla sperimentazione, consentendo alle squadre di apportare modifiche strutturali alle monoposto impiegate nei test, in particolare per l’integrazione del meccanismo di attivazione manuale da parte del pilota.

Per permettere l’installazione dell’attuatore idraulico che azionerà il nuovo sistema, i team avranno la possibilità di intervenire sul musetto delle vetture senza dover effettuare un nuovo crash test. Una deroga, questa, pensata per evitare costi elevati, visto che le monoposto impiegate sono versioni laboratorio e non verranno utilizzate in gara, come riportato da Motorsport.com.
Sebbene si tratti di un’opportunità preziosa per analizzare come le gomme si comporteranno con l’aerodinamica attiva, non tutti nel paddock condividono l’entusiasmo. Alcuni tecnici fanno notare che i flussi aerodinamici del 2026 saranno completamente diversi, e dunque i dati raccolti in pista ora potrebbero rivelarsi poco rappresentativi. Per questo motivo, diversi team preferiscono affidarsi ai simulatori, considerati più affidabili per questo tipo di sviluppo.
Ciononostante, Pirelli potrà comunque trarre vantaggi da questi test, ottenendo un primo riscontro pratico su come le future configurazioni aerodinamiche influenzeranno il comportamento degli pneumatici.









