Anche per la Formula 2, dopo il fine settimana in Austria, è tempo di pagelle. Sul tracciato dello Spielberg è stato Richard Verschoor a trionfare al termine della feature race, riportandosi davanti a tutti in classifica piloti. Alle sue spalle Dunne, che è però stato squalificato dalla gara per via di un’irregolarità tecnica, e che quindi perde terreno nei confronti dell’olandese.
Ne hanno approfittato Fornaroli e Crawford, che si sono portati rispettivamente in seconda e terza posizione, riavvicinandosi anch’essi in ottica campionato. Ecco dunque le pagelle della griglia di Formula 2 al termine del weekend in Austria.
F2 Austria: I voti dei piloti in lotta per il campionato
Richard Verschoor, 9.5. 26 millesimi lo separano dalla pole position. Sprint Race terminata in P4, passata incredibilmente sottotraccia visti gli incidenti dietro e la lotta davanti. Nella gara lunga fa la chiamata giusta e vince in scioltezza. Al suo quinto anno in F2, forse (solo forse) potrebbe poter puntare al colpo grosso.
Alexander Dunne, 7.5. Magari non brillantissimo in qualifica (7° dietro a Cordeel). I punti arrivano nella Sprint grazie al suo compagno Cordeel e al ben di Dio che si è incastrato sotto la sua vettura. Gara di testa e di cuore, invece, domenica mattina. C’è molto rammarico per la squalifica, sempre per il fondo. Ma il ragazzo c’è, e lotta sempre.
Jak Crawford, 7. Qualifica incredibilmente sottotono. Sabato nemmeno parte. Sembra andare tutto male, quand’ecco che rimonta dalla P15 al gradino più basso del podio. Da una potenziale disfatta al terzo posto nel mondiale. “Sei contento?” “Ti sembro scontento, Johnny?” cit.
Leonardo Fornaroli, 8.5. Prima o poi ce la farà. Lo sappiamo tutti. Ci speriamo tutti. Pole fantastica e secondo posto in gara. La strategia non lo ha aiutato, ma la sensazione è che Verschoor e Dunne ne avessero (leggermente) di più. Totalmente incolpevole nell’incidente a incastro della Sprint.
Luke Browning, 6. Ha deciso di svanire nel nulla venerdì. P17 in griglia di partenza. Poi tira fuori un coniglio dal cilindro e pesca una P5 in rimonta. Decisamente senza colpe nell’incidente di sabato. Però, che fatica.
Arvid Lindblad, 3.5. Senza ombra di dubbio, il più deludente e deluso di tutti. 12° in qualifica, viene centrato dal volo di Meguetounif nella sprint. Non contento, spedisce per aria Goethe dopo essere stato fuori dai punti per tutta la gara. Torna a casa con la coda fra le gambe. Bastonato in entrambe le gare dal compagno, per giunta.
Pagelle Formula 2: gli outsider
Pepe Martì, 8.5. Fine settimana arrembante per lo spagnolo. Nona posizione in qualifica, dopo diverse partenze fuori dai 10, ma prende 3 posizioni di penalità in entrambe le gare per un impeding. Lui non sembra curarsene e nel giro di 3 curve torna secondo. Poi scavalca Durksen al giro 17/27 e vince con merito la Sprint. Di nuovo parte a fionda e sale da 12° a 5° in un giro. Unico errore del weekend: tocca Martins e prende penalità, finendo in P6. Riuscisse a correre così con costanza, potrebbe anche lottare per qualcosa di più.
Sebastian Montoya, 8. Parte 11° e finisce 5° in entrambe le gare, ma in modo diverso. Fortunato nella Sprint, come gli altri. Si prende poi uno schiaffone da Bennett domenica e guida tutta la gara col volante storto. Porta a termine uno stint clamoroso sulle prime, e ne raccoglie i frutti nel finale con le option. Complimenti a lui, che si sta dimostrando un bel pilota. Da tenere d’occhio.
Victor Martins, 6.5. Poverino, viene preso a schiaffi a destra e a manca da tutti nella Feature Race. C’è da dire che partendo 2° non si sarebbe dovuto trovare a lottare per la P6. Visto l’andazzo, gli conviene partire più indietro. Da uno con la sua esperienza, comunque, ci si aspetta ben di più.
Dino Beganovic, 5.5. Penultimo in qualifica. Risultato certo non da pilota della FDA. Anche lui incolpevole nel contatto che l’ha portato fuori dalla Sprint. Si rifà domenica arrivando a punti, ma resta un weekend insufficiente.
Kush Maini, 4. Qualcuno lo ha visto in pista? Nemmeno i tifosi al Red Bull Ring lo hanno notato. Scomparso da tutti i radar in ogni sessione. E pensare che con la strategia invertita era leader della Feature Race. Evanescente.
I voti dei piloti di centro gruppo
Gabriele Minì, 7. Urge disperatamente prenotare un viaggio a Lourdes (magari assieme a Leclerc). Finalmente fa una qualifica lineare e centra il 4° tempo più veloce. Nella Sprint sbaglia leggermente linea e si incastra sotto la Rodin di Cordeel. E domenica è vittima dei famigerati motori Mecachrome. Povero ragazzo.
Roman Stanek, 7.5. Il ceco porta a casa potenzialmente il suo miglior weekend da anni. 6° in qualifica, a podio sabato, 8° domenica. Il tutto senza che le telecamere lo inquadrassero una volta. Regia, un po’ di giustizia.
Joshua Durksen, 7. Dopo un periodo decisamente complicato, la punta di diamante di AIX Racing ritrova finalmente i punti e il podio nella Sprint. Buona anche la qualifica. Feature Race a gambero, sverniciato a destra e a manca. Però possiamo dire che gli sia tornato il sorriso.
Oliver Goethe, 4. C’è gente che non si ricorda nemmeno che corre in F2. Un motivo ci sarà. 16° in qualifica, 15° nella Sprint prima dell’incidente all’ultimo giro. Poi domenica Lindblad decide di spedirlo nell’iperspazio. Incolpevole, certo, ma senza passo.
Rafael Villagomez, 4.5. Un altro che non si sa dove fosse. Il podio di Barcellona lo ha esaltato, poi è sprofondato di nuovo in mezzo al nulla. A ridosso dei punti nella Sprint (complice il sandwich in curva 3), 12° nella Feature Race. Ma mai una volta ha mostrato sprazzi di velocità.
Ritomo Miyata, 6. Non proprio sui ritmi dell’ultimo weekend, ma fa comunque il suo. Porta a casa un punticino sabato. Poi, povero disgraziato, fa 10m e inizia ad avere problemi. Si parcheggia dietro Minì nella corsia box e scende sconsolato. Weekend in fin dei conti sufficiente.
Pagelle Formula 2 Austria: i voti degli ultimi in classifica
Amaury Cordeel, 7. Dopo non si sa quanti anni riesce a concludere un buon weekend, quantomeno in termini di passo. Ha comunque lasciato il segno (a suo modo, si intende) col goffo errore in curva 3 in sprint. Va ad ogni modo sottolineata l’ottima P5 in qualifica. Nella gara lunga ci pensa invece il motore Mecachrome a metterlo fuori gioco.

Sami Meguetounif, 5. Deve aver visto un tifoso mangiare un bratwurst dentro una baguette e ha deciso di lanciarsi alla disperata nel tentativo di colpirlo. Per fortuna il suo incidente non ha conseguenze gravi, ma resta una cappellata degna del miglior Roy Nissany. Un punticino nella Feature Race non rende comunque sufficiente il fine settimana del francese.
Max Esterson – Cian Shields, 4. Siamo alle solite. Formano ormai una coppia fissa in fondo allo schieramento. Non mostrano segni di attività in pista, e anche a Spielberg è andata così. Serve svegliarsi e in fretta.
John Bennett, 5.5. Quel 10° posto in qualifica resterà tra quelle prestazioni leggendarie che ricorderemo a vita. Completamente senza colpe nell’incidente di sabato, quando peraltro si trovava in zona punti. Tira una randellata non indifferente a Montoya il giorno dopo, per poi sparire in P12. Noi ci auguriamo che abbia occasione di rifarsi in futuro.