È una vittoria pesantissima in chiave campionato quella ottenuta da Richard Verschoor al Red Bull Ring: l’olandese si porta in prima posizione dopo aver chiuso la gara proprio davanti al vecchio leader della classifica, Alex Dunne.
Recap della feature
Partenza regolare, tra grandi rimonte e PU Mecachrome
Allo spegnimento dei semafori Fornaroli, partito in pole, conserva la testa della gara difendendosi dagli attacchi di Martins, mentre un Minì super aggressivo tenta di togliere la terza piazza a Verschoor, senza successo. Dietro di loro è Pepe Marti a partire a fionda, il vincitore della gara sprint di ieri, non si fa scoraggiare dalla posizione di partenza e dopo un giro è gia passato dal dodicesimo al quinto posto.
Dopo una manciata di tornate, però, ecco i primi colpi di scena: sia Miyata, che specialmente Gabriele Minì sono costretti al ritiro per problemi alle loro PU Mecachrome; per il palermitano si chiude così un week-end che avrebbe potuto significare riscatto, nel quale il passo indubbiamente era presente, ma che invece recita doppio zero, complice anche lo sfortunato contatto dell’ultimo giro nella gara sprint che gli ha impedito di portare a casa una buona sesta posizione.

Al settimo giro si apre la danza dei pit stop per chi ha deciso di partire con il compound più morbido, le super soft; quello che del gruppo di testa decide di ritardare di più la sosta è Fornaroli, che aspetta 2 giri di troppo in una pista in cui l’undercut è molto potente, e questo gli costa parecchio sia in termini di posizioni in pista, che di distacco, salito a più di 5 secondi sul leader virtuale del gran premio, Victor Martins.
Nel frattempo ecco ancora un altro motore Mecachrome che finisce la sua corsa in fumo: stavolta è quello della Rodin di Cordeel, anche per lui week-end che si chiude a mani vuote mentre occupava la dodicesima posizione.
Grandi lotte a centro gruppo
A metà schieramento Marti, dopo la super partenza, perde un paio di posizioni a vantaggio di Dunne e Fornaroli, trovandosi ora in P10 ma comunque restando in zona DRS dal gruppo davanti a sé; nel gruppo di testa di coloro che già si sono fermati ecco che al giro 15 Verschoor passa Martins e si porta virtualmente in testa alla gara, aspettando i pit stop dei 5 piloti partiti con gomma soft.
Al giro 18 il gap tra chi si è già fermato e chi ancora si deve fermare viene chiuso e inizia una fase delicata per tutti, di certo nessuno vuole perdere troppo tempo in lotte fini a loro stesse, questo lo sa Verschoor che con esperienza riesce a non perdere troppo tempo con le vetture più lente. Alle sue spalle Dunne non vuole lasciarlo scappare e in curva 4 chiude il sorpasso su Martins che lo vede proiettarsi virtualmente in P2.
A 10 tornate dalla bandiera a scacchi è tempo della sosta per chi partiva su gomma soft: il primo di questo gruppo è Sebastian Montoya, che nonostante il volante disallineato a causa di un contatto con Dunne nelle prime fasi del gran premio, mostra un paso davvero eccellente per tutti i 40 giri di gara, uscendo dai box in P14 per poi sfruttare il vantaggio di mescola più fresca per portarsi in P10 in appena 4 giri.

Lotta a tre per il podio: ha la meglio Fornaroli
A circa 5 dalla fine ad infuocare il Ring a suon di sorpassi e controsorpassi è il trio Martins, Fornaroli, Marti; il francese sfrutta alla perfezione il detection point prima di curva 3 per assicurarsi il DRS sul rettilineo successivo e difendersi dai numerosi attacchi del pilota piacentino, che si vede costretto a cedere momentaneamente il passo a Marti.
Alla tornata successiva il pilota Campos si lascia decisamente ingolosire arrivando in curva 4, dove esagera in frenata, pizzicando il retrotreno della ART GP numero 14 quel tanto che basta da mandarlo fuori traiettoria facendogli perdere la posizione su entrambi, mentre per lo spagnolo l’uscita dalla stessa curva è compromessa, ed ecco che il campione uscente del mondiale Formula 3 non se lo fa ripetere due volte e con una manovra capolavoro all’esterno di curva 5 si riprende quantomeno il piazzamento sul podio; mentre per Marti arriverà una penalità di 10 secondi che lo relegherà al settimo posto a fine gara.

All’ultimo giro c’è ancora tempo per un gran botto in curva 3, nel quale a causa di un contatto tra i due piloti Red Bull Arvid Lindblad e Oliver Goethe ad avere la peggio e il secondo che finisce in testacoda prima del punto di staccata per poi decollare sul dissuasore interno e fermarsi fortunatamente senza conseguenze in ghiaia; anche in questo caso la sanzione è la stessa applicata per Marti: 10 secondi per il diciassettenne britannico.
È quindi Richard Verschoor a tagliare il traguardo in prima posizione, terza vittoria per lui in questo campionato e testa della classifica riacciuffata; dietro di lui completano il podio Dunne e Fornaroli seguiti da Crawford e da un eccezionale Montoya. Chiudono la zona punti Browning, Marti, Martins, Stanek e Beganovic.
Di seguito la classifica finale:

Clamoroso nel post gara, squalifica per Dunne!

Questa feature race continua a offrire colpi di scena anche ormai dopo ore dalla bandiera a scacchi: è notizia infatti delle 14:45 che la vettura numero 17 del team Rodin Motorsport ha riportato una eccessiva usura del plank, precisamente avendo sforato il limite di 4 millimetri minimi di 0,63; conseguente perciò la squalifica dall’evento che risulta essere pesantissima guardando la classifica del mondiale: il gap dal neo-leader Verschoor sale così a 24 punti.
Per quanto riguarda i risultati del gran premio a sorridere è di certo Fornaroli, che si porta così a -2 da Jack Crawford, che grazie alla squalifica dell’irlandese chiude al terzo posto dopo essere scattato dalla quindicesima piazzola in griglia. Entra così in top 10 anche Meguetonif che con la sua Trident porta a casa il suo secondo punto stagionale.